giovedì 9 ottobre 2008

Bonifiche ex Enichem: cartellino rosso a Syndial

Martedì mattina a Roma, presso i ministero dell’ambiente, si è fatto il punto sullo stato di attuazione degli interventi posti in essere e da eseguire per la messa in sicurezza d’emergenza, di caratterizzazione, di bonifica e di certificazione di avvenuta bonifica del sito contaminato Enichem, ora di proprietà Syndial SpA, oggetto di procedura di infrazione comunitaria.

Alla conferenza di servizi convocata dal direttore generale, Gianfranco Mascazzini, hanno partecipato Syndial, la società del gruppo Eni che detiene la proprietà dell’area e degli ex impianti produttivi dello stabilimento Enichem Agricoltura in località Macchia di Monte Sant’Angelo, a confine con il l’abitato di Manfredonia; il comune di Manfredonia e la provincia di Foggia, rappresentati dai rispettivi assessori all’ambiente, Salvatore Zingariello e Stefano Pecorella, e dal dirigente Giovanni D’Attoli; la Capitaneria di Porto rappresentata dal comandante, c.f. Giuseppe Sciarrone; dal responsabile del servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro dell’Asl di Foggia, Antonio Nigri; l’Arpa Puglia e la Cgil, nelle persone del segretario provinciale Salvatore Castrignano, e del segretario Filcem, Luigi Lauriola.

In riferimento alla problematica, delicata sotto ogni punto di vista, i funzionari ministeriali hanno stigmatizzato il ritardo nelle operazioni di bonifica che nel 2002 hanno indotto l’Unione Europea ad aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per "non aver adottato le misure necessarie ad assicurare che i rifiuti, stoccati o depositati in discarica presenti nel sito Enichem, fossero recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e pregiudizio per l’ambiente”.

Energica tirata d’orecchi, dunque, per la Syndial che ha riferito di aver quasi completato (96%) la rimozione dei rifiuti pericolosi depositati nella discarica Isola 12 F (termine fissato a dicembre 2008) e di poter concludere entro aprile 2009 le stesse operazioni in corso nell’isola 14. Per entrambi gli interventi, che avrebbero dovuto terminare a dicembre 2007 e che sono costati già 55 milioni di euro, è prevista una spesa complessiva di circa 77 milioni di euro.

“L’isola 14 –ha ribadito Lauriola- è il punto più critico e per questo vorremmo un impegno più forte da Syndial”. La società ha incassato anche il richiamo del ministero sui risultati del monitoraggio della falda in prossimità dell’area sottoposta a test pilota di soil flushing (lavaggio dei terreni in situ dell’isola 16) sul cui trend positivo il ministero esprime qualche riserva: “la presenza di tracce inquinanti rilevate anche nell’ultima delle tre barriere idrauliche distante soli 5 metri dal mare –hanno ribadito i funzionari ministeriali- ci induce a riflettere sulla opportunità di rafforzare il sistema se non anche realizzare un muro di contenimento che impedisca lo sversamento in mare di quantità anche minime di una sostanza che, ricordiamo, è cancerogena”.

“Una proposta –ha rimarcato il comandante Sciarrone- che avrebbe dovuto partire proprio da voi di Syndial in quanto possessori del dato, perché se il ministero arriva a suggerire un muro di contenimento evidentemente è perché ritiene le attuali misure insufficienti. Loro non sono il vostro nemico, ma la pubblica amministrazione che vi chiede di valutare altre soluzioni per salvaguardare la salute dei cittadini”. Al termine di un breve quanto efficace botta e risposta si è concordato, con il placet della componente sindacale presente, che Syndial invii entro 30 giorni al ministero uno studio di fattibilità.

La società ha poi riferito sullo stato di attuazione degli interventi di bonifica dell’area ex Enel nonché di smontaggio e demolizione degli impianti (ammoniaca, urea 1 e urea 2) in isola 5 e(centrale termoelettrica e trattamento acque) in isola 9, di eliminazione degli hot spot di terreno contaminato. “Queste operazioni –ha ricordato l’assessore Pecorella- sono anche funzionali alla reindustrializzazione dell’area. L’impegno era che le torri andavano giù entro il 2008 e pertanto vorremmo sapere come e quando si concluderà realmente. Ci risulta che sei aziende stanno rinunciando al III protocollo e il nostro territorio non può permettersi di perdere nuove possibilità di crescita economica ed ocucpazionale”.

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