martedì 21 luglio 2009

Inquinamento alla foce del Candelaro

Un forte inquinamento alla foce del Candelaro è stato denunciato dalla sezione sipontina di Legambiente presieduta da Vincenzo Renato. I dati parlano redatti da Legambiente al passaggio di Goletta verde 2009 parlano di coliformi fecali e streptococchi fecali maggiore di 500 ufc per 100ml e di escherichia coli maggiore di 1000 ufc per 100ml, mentre i limiti devono essere al di sotto di 100 ufc per 100ml.

“Tale inquinamento - spiega Vincenzo Renato - sarebbe conseguenza dello scarico nelle acque del fiume di fogne cittadine per niente depurate".

Il fiume Candelaro attraversa buona parte del territorio della Capitanata raccogliendo lungo il suo percorso le acque di scarichi fognari di numerosi paesi limitrofi, anche grossi centri, con ultimo lo scarico del depuratore del comune di Manfredonia. “In pratica diviene la cloaca a cielo aperto della provincia di Foggia”, denuncia Renato.

Inoltre sarebbero stati segnalati scarichi di altri tipi di inquinanti come prodotti chimici impiegati in agricoltura ed in particolare: pesticidi fosforati come il clorpyrifos, dove non esiste alcuna normativa che detta i limiti di concentrazione previsti. “Ciò comporta seri pericoli per chi si bagna o peggio consuma frutti di mare come le vongole che sono tipiche della zona del litorale sud”, continua il presidente del circolo Nautilus di Legambiente, che evidenzia come di conseguenza non siano balneabili alcuni tratti di costa del comune di Manfredonia, nello specifico: canale ex fogna di Manfredonia (81 metri), foce canale acque alte (51 metri), foce canale Carapelle (178 metri), foce canale Peluso (188 metri), foce torrente Candelaro (1479 metri), foce torrente Carapelle (319 metri), foce torrente Cervaro (188 metri), foce torrente Ippocampo (90 metri), lido di Siponto (214 metri), porto di Manfredonia (317 metri), scarico faro (63 metri).

“Ricordiamo che gli inquinanti di tipo fisico, chimico e microbiologico presenti nelle acque di balneazione possono determinare nell'uomo patologie di natura infettiva, infiammatoria, allergica e disturbi di vario genere”, evidenzia Vincenzo Renato, che fa notare come solitamente prima dell'apertura della stagione balneare i sindaci, con propria ordinanza, rendano esecutivi i divieti di balneazione per le zone inquinate, ma ad oggi ciò non risulta per il comune di Manfredonia.

Pertanto, Renato si auspica che al più presto i metri di costa interessati siano sottoposti al divieto di balneazione con obbligo di segnalazione alla popolazione tramite cartelli, secondo le leggi vigenti. Ciò al fine di tutelare la salute pubblica.

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