venerdì 12 giugno 2009

LA MORTE DELLA REPUBBLICA

ieri si è consumato lo scempio più efferato nella storia della Repubblica. In un colpo solo, con il disegno di legge approvato alla Camera, si sono spazzate via l’obbligatorietà dell’azione penale ed il diritto ad essere informati.

Non sarà più possibile utilizzare le intercettazioni per combattere la criminalità. Con questa legge, che impedisce le rilevazioni telefoniche ed ambientali, la magistratura ha perso occhi ed orecchie. Mentre la stampa non potrà più pubblicarle.

Per avallare la votazione, sono state strumentalizzate e distorte nel significato persino le parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che, almeno ora dovrebbe indignarsi, non avendo raccolto l’appello per fermare questa scellerata votazione.

Il governo Berlusconi IV legittima nelle istituzioni l’esistenza della malavita organizzata, del malaffare, della corruzione e legifera per sdoganare l’immoralità, la distruzione dell’etica, la corruzione economica e sociale dello Stato, favorendo l’ingresso della criminalità e dei suoi metodi affaristici nel tessuto sociale ed economico del Paese.

Una partita a due, tra governo e malviventi, con una sola porta, la corruzione, e senza arbitri, la magistratura ed i cittadini: una platea di spettatori inermi.

Questo governo non è costituzionale perchè umilia la Costituzione. Questa maggioranza è golpista, perché non si è insediata negli scranni capitolini per risolvere i problemi dell’Italia ma per spartirsi una torta di potere.

Il Parlamento, la Costituzione e le sue regole sembrano impotenti dinnanzi a un tumore che si è insinuato nello Stato in modo subdolo ed invisibile.

Servono le piazze, i cittadini, la disubbidienza civile, l’Europa e l’unione di tutte le forze sociali che non si riconoscono in questa brutta pagina della storia.

Le leggi si devono rispettare finchè a scriverle non sono i delinquenti.

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