lunedì 14 dicembre 2009

liberi cioè violenti....dal blog di piero ricca

Adesso ci si dovrà difendere dall’accusa, anzi dalla suggestione mediatica di essere in qualche modo coinvolti nel gesto violento di un individuo, pischicamente disturbato a quanto pare, che nè io nè i miei amici conosciamo. Era facile prevederlo conoscendo la vigliaccheria e la bassezza degli zerbini berlusconiani e la sciatteria e i riflessi condizionati degli scrivani “indipendenti”. E infatti. Mi dicono che su Telelombardia a botta calda già un critico d’arte (indovinate chi) faceva risalire a me le responsabilità dirette o indirette dell’episodio, e ha poi proseguito stamane su Canale 5. Mi dicono che una testata on line scrive che sono quello del treppiede in testa al “premier” e che ero in piazza ieri, poiché inspiegabilmente non c’è nessun provvedimento restrittivo a mio carico. Mi dicono che Sky tg 24 ha trasmesso un filmato in cui si ricostruiscono le “aggressioni al premier” nel quale compare anche (con tanto di foto in primo piano) la mia contestazione del 5 maggio 2003, che non ha prodotto nemmeno una multa e anzi è stata giudicata un atto di libertà di critica da una sentenza definitiva. Ma una critica evidentemente è considerata un’aggressione, o almeno un insulto, se a riceverla è un gran signore. Mi dicono che il Tgcom fa lo stesso. E il corriere on line di ieri pure. Leggo che sulla Stampa un certo Jacoboni infila in un editoriale l’episodio del buffone e della querela e sostiene che me la sarei cavata con la celia puffone-buffone (falso), evitando di parlare di assoluzione e di riportare in modo corretto la frase incriminata. Il Giornale non si esime dal ritagliarmi un riquadro che dà notizia della mia presenza in piazza, con tanto di precedenti; sostiene che avrei gridato “mafioso” al padrone: falso. Potremmo continuare a lungo, temo. Naturalmente il fatto che ieri Berlusconi nella piazzetta dietro il Duomo, sia stato contestato con ben motivata indignazione e in modo pacifico da molti cittadini, (comprese anziane signore e adolescenti) e che i tifosi del “premier” abbiano messo le mani addosso e colpito con pugni, calci e le aste delle bandiere alcuni dei contestatori sotto lo sguardo compiaciuto dei capetti del partito dell’amore, non è considerato una notizia. Qual è il senso di tutto ciò? Semplice: si approfitta di un fatto di cronaca (un folle che colpisce un uomo pubblico a margine di un comizio) per gettare fango su chi da anni con buone ragioni esercita una funzione critica e fa opposizione in modo intransigente. Si può farlo con maggiore zelo quando si sa che dall’altra parte non c’è possibilità di un’adeguata risposta mediatica e giudiziaria: ai vigliacchi non dispiace accanirsi contro chi non può difendersi. Alcuni lo fanno perché sono servi senza scrupoli. Altri lo fanno perché sono naturalmente mediocri. Ma il risultato non cambia: dove l’informazione (è in generale l’ambiente culturale) è servile e mediocre, il gesto di un folle diventa un atto di terrorismo e la libertà di critica è equiparata prima all’ingiuria e poi alla violenza. E’ incalcolabile il danno morale (per tacere del rischio personale) di un’orchestrazione di tal genere, ma questo paese ormai lo conosciamo e, pur indignati, abbiamo la forza di sorriderne. Continueremo a essere noi stessi e a difendere con ogni mezzo democratico le nostre buone ragioni.

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